Una compagnia aerea che non riesce a decollare sembra impossibile,ma per Alitalia è cosi.
Sono passati 5 anni da quando il governo bloccò la trattativa con Air France per chiedere aiuto ad investitori italiani affinché salvassero la compagnia di bandiera con tre miliardi per la liquidazione della vecchia Alitalia e la garanzia della cassa integrazione per sette anni dei dipendenti licenziati.
Nessuno ha però poi commentato le operazioni fatte per riuscire in quella operazione. Ci fù lo scorporo della sezione Cargo venduta ai migliori offerenti che si sono spartiti le linee migliori fiore all'occhiello di Alitalia ( Italia-India, Italia -Argentina, Italia-Giappone) che fruttavano tonnellate di merci in export.
Ad esse si sono aggiunte le società di handling degli aeroporti.
Air France salì comunque al 25 % ma non divenne maggioranza.
Ad oggi dopo 5 anni i dati sono questi
- 1,3 Mld di debiti
- 2 mln di perdita ogni giorno
- 78% di saturazione viaggi
- 125 mln di liquidità per pagare fornitori
- 300 mln richiesti per l'aumento di capitale
- 50% le perdite dei soci ( Banche, Fondi, Air France)
La compagnia di bandiera ha fatto la storia negli anni 60/70 era necessaria per lo sviluppo del paese. Export, Import e tanto lavoro a migliaia di dipendenti. Difesa delle linee a maggiore profittabilità e soprattutto un monopolio di aeroporti strategici e slot o orari di decollo.
Poi però le cose sono cambiate, i costi del carburante, di manutenzione, di gestione degli aeroporti e delle tasse. Le linee verso Oriente , Sud America poco battute e soprattutto l'arrivo del low cost. Ryanair e Easyjet hanno rivoluzionato il mondo del trasporto aereo.
Prezzi bassi, pochi servizi, piloti che costano il 40% in meno, saturazione del 95% dei viaggi, offerte , meno personale, aeroporti secondari ecc danno vita alla fine delle compagnie tradizionali a meno che questi non abbiano nuovi mercati da sondare.
Alitalia non l'ha capito, assumeva a Milano e portava ogni mattina 200 piloti a Roma. Hotel a 4 stelle per dormire, pranzi a bordo, saturazioni basse, costi a terra elevati e poche offerte sui biglietti.
A Questo si aggiunge l'alta velocità sulla linea Roma-Milano, la più profittevole.
Oggi Alitalia è un morto che cammina e AirFrance non vuole spendere altri soldi per l'aumento di capitale. Lo Stato cerca di salvarlo con ipotesi fantasiose via Fintecna (scartata), Cassa depositi e prestiti (lo vieta lo statuto), con la partecipazione diretta del Tesoro (difficile) o attraverso un prestito. Si ipotizzava anche un 'alleanza con Ferrovie dello Stato , dove Moretti ha fatto una cura da cavallo e potrebbe forse funzionare anche per gli aerei, se non fosse che l'Antitrust lo bloccherebbe subito per abuso di posizione dominante.
Rimangono in piedi alcune ipotesi come FLy Emirates, unica soluzione ossia allearsi con società ancora fuori dai grandi cartelli mondiali : Lufthansa, france-KLM, British-Iberia.Inoltre questa possibilità darebbe il via ad alleanze su zone completamente scoperte e su mercati in forte espansione e l'apprezzamento per il made in Italy è elevato.Ovviamente le alleanze hanno un costo, dato che i debiti influiscono sui costi d'acquisto e i tagli del personale sono necessari per integrare le 2 aziende. A questo punto che is opti pe rl amigliore offerta e quella meno dolorosa , non importa se francese, araba o spagnola.
Una compagna aerea ormai deve essere alleata con altre, ci vogliono sinergie e scambi di aerei ,meno personale, prezzi bassi e acquisti di gruppo su componenti e servizi a terra o carburante, linee nuove e offerte per il mercato business e cargo. Quest'ultimo soprattutto pè uno dei pochi aspetti del mercato aereo che ha qualche punto percentuale di rendita in quanto le merci in urgenza aumentano e i veivoli sono pochi. a Questo poi serve una razionalizzazione degli aeroporti dato che sono troppi. Tutti i voli internazionali su 2 ( Roma e Milano) e altri 5 per i nazionali poi collegati da alta velocità ( Torino,Firenze, Napoli, Palermo, Venezia) con 2 aeroporti Cargo (Malpensa e Roma). Gli altri devono servire solo per il Low cost ( Ciampino, Bologna, BAri, ecc)
L'Italia pensa sempre di salvare le sue piccole aziende, non ci riesce e le regala all'estero. Solito problema degli ultimi decenni, non vogliamo creare gruppi mondiali, con manager internazionali e visioni di lungo periodo. Il protezionismo non funziona più, servono strategie e conti in ordine, non bastano prestiti statali e debiti o bond comperti dal Tesoro per far campare altri 2 o 3 anni un'azienda, se non fosse che rimane sempre valida la frase
" Una compagnia aerea è il modo più veloce per diventare MILIONARIO, se sei MILIARDARIO!!"