Italia, Fiscal compact e una politica inesistente

I dati odierni sono semplicemente macabri, settimo calo consecutivo del Pil che significa recessione collaudata, 12 % di disoccupazione e nuovo debito pubblico a 2037 miliardi di euro.
L'Italia ha 2 gambe nelle sabbie mobili e un peso di 50 kg da tenere in testa , praticamente le possibilità di uscirne vivi sono legate alla piccola speranza che qualcuno capisca la situazione e ci salvi. Quel qualcuno può essere esterno o interno.
Esterno:
L'Europa continua con la sua cecità macroeconomica che punta sul''austerità, sulla riduzione del debito, la conservazione dell'inflazione ( che tanto rimarrà bassa per anni ) e dal taglio dei tassi con qualche acquisto di Bot.
Nessuna via di uscita dall' Euro gruppo, aiuti mai e poi mai , anzi l'altro anno hanno costretto l'Italia a mettere in Costituzione il pareggio di Bilancio e vige il Fiscal Compact. Vediamo di cosa stiamo parlando.
Fiscal Compact Si ritiene che il rapporto Debito/PIL debba essere pari al 60% o meno. Gli stati membri si impegnano a raggiungere questo obiettivo in venti anni, riducendo dunque di un 5% annuo il proprio indebitamento. Attualmente infatti il rapporto deficit/PIL dell’Italia è al 127%, uno dei più alti d’Europa. Per l’Italia dunque si tratterebbe di trovare qualcosa come 40-50 miliardi di euro l’anno per i prossimi venti anni a patto, s’intende, che non vengano contratti ulteriori debiti.
Pareggio di bilancio: a complicare ulteriormente la situazione sarà in vincolo richiesto dall’articolo 3 del Trattato di inserire nella Costituzione di ogni Stato membro l’impegno a mantenere il pareggio di bilancio, ovvero parità tra entrate e uscite di uno Stato, significa che ad ogni investimento fatto deve corrispondere almeno un pari importo in entrata (tasse).
Da questi elementi si deduce solo una cosa che chi parla di crescita in questo momento o è pazzo o è sprovveduto. Nessuna possibilità di uscita tramite i canali europei, la pazzia tedesca e la debolezza degli altri stati daranno un colpo di grazia a questa ricetta unica nel suo genere, ossia ridurre l'esposizione dei debiti con tagli e disoccupazione che portano solo alla contrazione della spesa e dei risparmi e soprattutto a mancate entrate fiscali. Japan , USa, UK, ASIA stanno usando ricette opposte, ossia inondare i mercati di liquidità , portare l'inflazione al 3 % e investire in ricerca e sviluppo. Fa paurà anche questa,ma per lo meno non è recessiva.
Interno:
Un Governo forte avrebbe le carte in regola per cercare soluzioni di riforme capaci per lo meno di abbassare il debito e la spesa corrente non con i tagli,ma con dismissioni e recupero delle inefficienze.
Soluzioni meno recessive e con risorse da destinare a nuove idee e lavoro, senza dimenticare che razionalizzare vuol dire anche più lavoro . ( Es. se controllo i costi per acquisto di medicinali a livello nazionali si parla di 20 mld di risparmi. Anche solo usandone metà daresti lavoro a migliaia di infermieri e medici, stessa cosa vale per Giustizia, welfare, trasporti pubblici ecc)
Piccolo particolare , il Governo Letta non si può definire forte. Tenuto unito da pochi burattinai e con poca fiducia del popolo il rischio che facciano poco e che non abbiano peso in Europa per alleanze anti austerity con Francia e Spagna sembra del tutto realistico.
Saranno tempi duri , la pazzia e cecità monetaria di un' Europa che preferisce essere unita con una moneta ,ma divisa fiscalmente e politicamente deve terminare il prima possibile, oppure la culla della civiltà come già successo nella storia ogni 30/40 anni perde la testa e il mondo paga le conseguenze. Noi in Primis

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