Art.18 addio posto fisso, tranne per la Pubblica amministrazione.



Fornero ed i sindacati sono in procinto di chiudere la ormai famosa riforma del lavoro.
Flessibilità in entrata ed in uscita, assegni di disoccupazione ( 3 mld da trovare in non so quale tassa o aumento) ,ma c’è un piccolo particolare che sfugge, la riforma riguarda solo il privato.
La Pubblica amministrazione, le società para statali, gli enti, le regioni, le province, no quelle non si possono toccare ed a questo punto possono stare tranquilli.
Si però se lavori in PA non hai bisogno di scioperare, tanto nessuno ti licenzia, se sei un dirigente e non raggiungi gli obbiettivi, ci sarà sempre una scusa, se sei un azienda e perdi 1 mld anno , non preoccuparti un motivo ci sarà.
Poi scopri per esempio che Regioni come la Sicilia hanno dei dati interessanti :
Sommando il dato di tutti i dipendenti con il contratto dei regionali in Sicilia (58.498 unità) non trasmessi alla Ragioneria dello Stato, con tutti gli altri conteggiati (293.655) si hanno in totale 352.153 dipendenti pubblici in Sicilia, tra statali, regionali e degli enti locali. Uno ogni 14 abitanti, mentre in Lombardia sono uno ogni 23 e nella media Italia sono uno ogni 18 abitanti. La Sicilia detiene il primato negativo.
Se si vuole riformare il lavoro incominciamo a pensare a questo mondo in maniera più economica, premiando chi fa risultati, chi assume, chi migliora, chi investe e chi ha curriculum invidiabili.
Iniziamo a riformare e tagliare gli sprechi in Sanità , Regioni, Magistratura ( Archivi di carta, ore lavorative , errori di sentenze e analisi di esse) , dirigenti pubblici ( Alitalia, Sagat, GTT, Comuni, Direttori sanitari, ), professori universitari assenti e mal preparati, doppie cariche, 10.000 guardie forestali, direttori di Anagrafi ed Istituti di ricerca che non hanno neanche la Laurea.
Bisogna approfittare per cambiare il mondo del lavoro razionalizzando, aumentando gli stipendi e le risorse necessarie affinché se proprio ci deve essere flessibilità per lo meno ci sia un ritorno economico e la sicurezza che la concorrenza non è chiusa da favoritismi o lobby blindate.
Per un futuro maggiormente competitivo e pronto alle nuove sfide mondiali serve un Italia che si metta in gioco, che si inizi a parlare di premi e non solo licenziamenti; se un azienda è in crisi usi pure l CIG e la mobilità, ma se fa risultati paghi premi ai suoi dipendenti oppure offra servizi alternativi: asili, assicurazioni, sconti, corsi di formazione.
Flessibilità significa essere pronti a scommettere su stessi e sul paese, ma anche rimboccarsi le maniche tutti quanti Imprenditori, sindacati e lavoratori.

L’Italia è in STAGFLAZIONE



In economia, con il termine stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti - su un determinato mercato - sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell'economia in termini reali (stagnazione economica).La stagflazione è un fenomeno presentatosi per la prima volta alla fine degli anni sessanta, prevalentemente nei paesi occidentali; precedentemente inflazione e stagnazione si erano invece sempre presentate disgiuntamente. La contemporanea presenza di questi due elementi mise in crisi la teoria di John Maynard Keynes (e le successive teorie post-keynesiane) che, per oltre 30 anni, era stata la spiegazione più convincente per l’andamento dei sistemi economici, oltre che valido strumento di politica economica per i governi di paesi ad economia di mercato.( http://it.wikipedia.org/wiki/Stagflazione)

Tra i possibili mix questo è il peggiore che potesse capitare. L’Italia ormai da 8 mesi a questa parte viaggia con Pil negativo , le cifre dicono –0,4 % , le stime parlano del 2012 del -1,5 %. Le industrie Italiane faticano. Regge forse ancora l’Export e qualche bene anticiclico come i farmaceutici e Itech, ma tutto il resto ha il segno down.
Alimentare – 4 %, consumi benzina -10%, Abbigliamento -7%, Immobiliare , -4 %. Non si salva nessuno, il discorso ha delle basi solide.
Il governo Monti per “ salvare l’Italia ha chiuso i cordone per diminuire il debito pubblico ( che a Gennaio è aumentato di 45 mld di euro) ed aumentato le tasse andando a creare una pressione fiscale del 52%, ma occhio non è finita a Ottobre arriva l’IVA con 2 % in più.
Non vi è stato nessun controllo sulle materie prime che ormai abbassano il potere d’acquisto del 10% anno a tutti i cittadini.
Il Lavoro ogni mese diminuisce ed gli stipendi sono fermi da 10 anni.
Per combattere però la Stagflazione ci vorrebbe un intervento delle banche centrali…infatti le ricette degli economisti dicono che :Le Banche centrali dovrebbero ri equilibrare la massa monetaria messa in circolazione, ma come abbiamo visto negli ultimi 5 mesi, La Bce ha regalato 1000 mld di Euro alle banche la taso dell’1 % e i assi Euribor ( ossia gli interbancari ) viaggiano a 0,89 %.
Siamo in una situazione complessa, gli antidoti standard non servono più , l’aspirina di turno non fa effetto servono dosi massicce di antinfiammatori, e per un periodo prolungato. Si deve capire che senza aria si muore e senza denaro non si consuma, da qui bisogna partire con 3 mosse immediate per creare massa monetaria spendibile e quindi lavoro:

• Riorganizzazione , non riduzione, della spesa pubblica, per un beneficio di almeno 20 mld di euro ( sanità , abolizione province, stipendi parlamentari ridotti del 40%, licenziabilità all’interno delle municipalizzate)
• Lotta all’evasione fiscale, gestione degli immobili mai dichiarati al Sud, rientro di capitali dalla Svizzera : 30 mld subito
• Riduzione Iperf di 3 % e abolizione Irap del 4 %. : almeno 10 mld

Questi soldi servono per : aumento degli stipendi, gestione e creazione di nuove infrastrutture ( Tav, porti, autostrade, metropolitane, nuove ferrovie). Investimenti in energie rinnovabili e incentivi per modificare le abitazioni con risparmi energetici e termici, miglioramento della ricerca scientifica, investimenti nella scuola e nella sanità che crea surplus ( ad esempio i top della ricerca e basta soldi alla ASL di Salerno con 20.000 dipendenti , per capirci)
Lo Stato deve capire che pagare 52% di Tasse è solo un illusione a breve termine, poi il sistema collassa, cosi come collasserà a Ottobre con la Benzina a 2, 2 Euro. O si interviene o si subiranno le conseguenze sociali di un sistema schiacciato da bassi consumi e l’alta inflazione


Campus: Una realtà torinese vittima dalla burocrazia





Oggi a differenza degli altri post, ci dedicheremo anche alle cose che funzionano in questo paese.
Troppe volte si cerca di criticare i cittadini privi di inventiva e voglia di fare, che lasciano cadere a pezzi i beni pubblici o semplicemente si affidano alle richieste di denaro e risorse della Pubblica Amministrazione.

Nella Circoscrizione 5 di Torino, privati cittadini hanno organizzato, restaurato e attivato corsi all’interno di una struttura lasciata al degrado e ai bulli del quartiere, cercando cosi di organizzare una vita sociale in un quartiere non facile da gestire.

Cogliamo l’occasione per pubblicare la lettera di uno degli Amministratori del Circolo che oggi hanno un problema dovuto alla troppo burocrazia italiana che miete vittime perché non riconosce mai gli sforzi, il denaro speso e la passione delle persone che ogni giorno cercano di migliorare i nostri quartieri e in qualche modo aiutare anche lo Stato ad amministrare i beni pubblici e permettere ai giovani attività sportive e culturali.



L’Associazione Campus è nata nel 2005 su sollecitazione della Circoscrizione 5 per gestire in modo temporaneo l’impianto sportivo costruito dal Comune.L’impianto appena nato è rimasto incustodito ed è stato vandalizzato riportando ingenti danni.



L’Associazione Campus rispondendo alle sollecitazioni degli amministratori ha iniziato a gestire l’impianto il 1 agosto 2005 a fronte di una concessione provvisoria della durata di un anno.Fin dall’inizio la nostra idea guida è stata quella di far diventare Campus una struttura di aggregazione al servizio dei cittadini aperta al territorio.
Questa idea si è tradotta in:
- Prezzi popolari per le molteplici attività, in modo da consentire a tutti di accedervi.
- Una struttura il più possibile in ordine, pulita, accogliente.
- Condizioni particolarmente favorevoli per le Associazioni senza fini di lucro che operano sul territorio. Ricordiamo in particolare la collaborazione con Real Frassati della Parrocchia omonima, Massaua, Fiamma Azzurra promossa dagli Agenti della Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco.
- Una gestione portata avanti attraverso il volontariato dei soci, che ci ha permesso di risparmiare e reinvestire nell’impianto 130.000 euro.
Dal 2005 ad oggi abbiamo continuato a gestire l’impianto che per ragioni burocratiche (l’area su cui era stato costruito non era di proprietà del Comune) non è stato possibile assegnare definitivamente tramite regolare concessione pluriennale.In questi anni siamo stati incoraggiati dagli amministratori a proseguire l’attività e rassicurati circa l’assegnazione definitiva dell’impianto.
Nel 2011 sono stati rimossi gli impedimenti burocratici ed il Comune ha deciso di procedere all’assegnazione della concessione e la Circoscrizione 5 ha approvato una delibera per l’assegnazione diretta dell’impianto alla Polisportiva Campus.La delibera circoscrizionale deve essere confermata da una delibera comunale cosa che a distanza di una anno non è ancora avvenuta, mentre l’assessore dello sport del comune intenderebbe procedere all’assegnazione tramite bando pubblico.Questa procedura rischia di vanificare il tipo di gestione che la Polisportiva Campus ha portato avanti in questi anni.L’unico modo per garantire una continuità di gestione e salvaguardare ciò che di positivo si è costruito (cosa che ci viene riconosciuta da tutti) è un’assegnazione diretta dell’impianto alla Polisportiva Campus.Che ciò sia possibile è testimoniato dai molteplici casi di assegnazioni dirette di impianti sportivi effettuate dal Comune in questi anni.Ma è anche autorevolmente riconosciuto dal segretario generale del Comune di Torino, che in merito al ricorso di alcuni Consiglieri della Circoscrizione 5 che lamentavano l’irregolarità dell’assegnazione diretta di un impianto sportivo, il 29/09/09 esprimeva il seguente parere: saluti “Ed è proprio nella competenza consiliare che si fonda la correttezza della procedura, in quanto il consiglio comunale nella sua sovranità ha la possibilità di derogare al regolamento degli impianti sportivi (approvato dal Consiglio) consentendo l’affidamento diretto. D’altra parte quest’ultimo può essere giustificato da ragioni di efficienza ed economicità, per un migliore sfruttamento dell’impianto e trova fondamento anche nel regolamento, in particolare nell’art. 9 che riguarda le bocciofile libere e nel principio del radicamento nel territorio, che privilegia nell’affidamento chi già svolge attività in quel territorio”.Siamo convinti che condividete la nostra idea che una struttura pubblica costruita con i soldi dei contribuenti deve prima di tutto essere al servizio dei cittadini.Ci auguriamo che vogliate appoggiare nei modi e nelle sedi che ritenete opportune la nostra richiesta di assegnazione diretta dell’impianto, affinché possa continuare la nostra positiva e proficua collaborazione.Seguiteci su facebook : http://www.
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Evasione:lo scontrino fiscale ti fa vincere alla lotteria


A volte per combattere i furbi ci vuole fantasia, per incentivare alla correttezza si possono usare metodi non convenzionali ed è cosi che in Taiwan hanno inventato questo metodo:

A Taiwan hanno trovato un modo per incentivare il rilascio di scontrini. Ad ogni tagliando fiscale è associato un numero che ogni settimana partecipa a una lotteria. Così, tutti chiedono lo scontrino. Risultato: entrate fiscalmente rilevanti cresciute del 75% per un esperimento che, dopo alcuni anni, nessuno si sogna di mettere in discussione.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/evasione-scontrino-taiwan-lotteria#ixzz1otfPt3Mi


Il sistema è facile, ogni negozio e quindi registratore di cassa emettono sullo scontrino un numero univoco che poi verrà estratto in una lotteria nazionale.
Il sistema potrebbe funzionare magari con premi giornalieri da 500 euro o settimanali da 5000 e per l’esercizio che ha emesso lo scontrino altrettanti 100 o 200 euro.
Considerando la mania del gioco di ogni italiano si potrebbe immaginare il successo che avrebbe nel nostro paese. Alla fine lo Stato avrebbe la possibilità di incrementare le entrate fiscali e il cittadino magari di fare la spesa gratis grazie ai premi vinti.
L’unico modo per combattere l’evasione? No, penso di no, ma è un valido mezzo per iniziare a incentivare negozianti e consumatori a richiedere la ricevuta. Dato che l’Italia il 60 % del PIL è sommerso e che si evade per 140 mld anno, non è difficile pensare che con questa piccola soluzione si possano recuperare 20/30 mld magari regalando 10/20 mln in premi.
Bastone o Carota, in questo caso si userebbe la seconda sperando di far capire che la prossima volta, come già sottolineato da questo Blog diverse volte, ci sarebbe solo il bastone, la Guardia di Finanza e multe per esercenti irregolari paurose.

Auto Tedesche :Volkswagen e BMW da record


Continua il salasso del mercato dell’auto , in Italia ci si aspettano vendite per 1, 6 mln di auto per il 2012 contro i 1,8 del 2010 e 2 mln del 2009.
Ma il mondo non è l’Italia e ne abbiamo una chiara prova vedendo cosa succede all’estero.

Tempo di bonus in Germania e per una volta a goderne non sono i grandi banchieri ma i dipendenti del settore automobilistico.
La Volkswagen ha annunciato ieri che, per le «eccellenti prestazioni» fornite nell'anno record 2011, darà un premio di produzione di 7.500 euro ai circa 90mila dipendenti impiegati col contratto collettivo nelle sei fabbriche tedesche. Lo ha reso noto ieri lo stesso colosso automobilistico dalla casa madre di Wolfsburg. L'ammontare del premio è stato determinato da una trattativa tra il consiglio d'amministrazione e i rappresentanti dei lavoratori. «Nell'anno passato i dipendenti Volkswagen hanno fornito prestazioni eccellenti», ha commentato il capo del personale, Horst Neumann. L'anno passato la casa automobilistica tedesca, che domina il mercato europeo, aveva fatto registrare un utile netto di 15,4 miliardi di euro, più del doppio rispetto all'anno precedente. Il premio del 2010 era stato pari a 4mila euro.
Dopo un anno da record, pochi giorni fa anche la consociata Audi, il marchio di fascia più alta del gruppo Volkswagen, aveva annunciato il pagamento di un premio di produzione, di 8.251 euro. La Porsche, che fa capo allo stesso gruppo nel settore delle auto di lusso, ha dichiarato un bonus di 7.600 euro. L'altra grande del settore autonmobilistico tedesco, la Daimler, produttrice della Mercedes e della Smart, pagherà ai dipendenti un premio alla produzione di 4.100 euro.
I risultati eccezionali del gruppo di Wolfsbrug beneficiano sia gli azionisti sia i clienti, ha osservato il rappresentante sindacale nel consiglio Volkswagen, è giusto che questo venga condiviso con i dipendenti. I bonus peraltro non vanno a tutti ma solo alle "elite" protette in Germania dai contratti collettivi. Il gruppo Vw impiega a livello mondiale oltre 500mila persone e ha aumentato l'occupazione in Germania nell'ultimo anno di 11mila unità (28mila a livello globale).
Il momento straordinario dell'auto tedesca nel 2011 non sarà necessariamente ripetuto quest'anno, anche se l'Audi ha annunciato ieri vendite record per il mese di febbraio a 106 mila autovetture con un aumento di oltre il 16%. Nella sola Cina, le vendite di Audi sono cresciute del 53%. contro un aumento solo del 2% in Europa e del 10% negli Stati Uniti. Sempre a febbraio, l'aumento delle vendite Bmw è stato del 14% e quello della Daimler di oltre il 20%...............(http://www.motori24.ilsole24ore.com/Industria-Protagonisti/2012/03/volkswagen-premio-dipendenti-7500-euro.php)


Marchionne parla di crisi e di calo delle vendite e in Europa e sicuramente è cosi, i mercati emergenti quali Cina e Brasile sono quelli che trainano i fatturati, ma mentre sul latin america ,la Fiat è presente, in Cina c’è solo la sabbia del deserto cinese.

A parte questo , la seconda domanda è la capacità produttiva e l’efficienza tedesca che con 6 stabilimenti della terra germanica riesce ad essere efficiente, vendere e soprattutto pagare mega bonus a stipendi già alti ( un operaio VW o Mercedes prende 1900 euro netti!!!)

Il discorso è sempre lo stesso dopo il 1989 con la caduta del muro , la Polonia a 50 km e il costo della vita che saliva per l’unificazione delle 2 germanie, si decise di rivedere il mercato del lavoro.
Alta flessibilità , 36 ore settimanali, 3 turni, lavoro a chiamata, rialzo degli stipendi , minori ferie, minore pause e stabilimenti nuovi di zecca con investimenti all’avanguardia , per capirci VW investirà 20 mld di euro nei prossimi 4 anni !! Mentre in Fiat Parlano di 2 MLD in 3 anni su 4 stabilimenti.

VW ha comprato Giugiaro, Preso De Meo come direttore Marketing ( artefice dell’unico successo Fiat , la 500 che voleva implementare su altri modelli , ma fu cassato ), motori tra BMW e PSA, vince la Dakar con la Mini, diversificato con le moto ( BMW fa 104.286 moto, un incremento del 6,4% sul 2010).

Le case tedesche presenti sui mercati orientali dal 1960 oggi portano a casa profitti con crescita a 2 decimali, 3 modelli anno, nuovi motori, design all’avanguardia e chiudono contratti con i sindacati in 1 mese.
Anche perché in Italia purtroppo abbiamo la Fiom , che ragiona ancora con il capo padrone e gli operai schiavi, chiede le pause da 30 minuti , invece che parlare di bonus sul venduto. Accusa di lavorare la domenica, invece che preoccuparsi di chi cerca lavoro, dichiara scioperi generali, invece che parlare con lo Stato di abbassare le tasse sul lavoro di almeno 10 %.

Siamo un paese indietro , che non riesce a decidere e intensificare gli investimenti . Siamo il paese del NO, sempre e solo NO : No Tav, No Tangenziali, NO Porti, NO Ponti dello Stretto, No ospedali nuovi, 313 opere bloccate in Italia e 2 mld di finanziamenti Europei bloccati.

Marchionne : Piano per chiudere Fiat Mirafiori?




Marchionne : Piano per chiudere Fiat Mirafiori?

Da qualche settimana dopo l’intervista al Corriere della Sera di Marchionne, corcola la voce che tra i vertici Fiat sia ventilata l’idea di chiudere Mirafiori e forse un altro stabilimento tra Pomigliano e Melfi.
Dopo Termini anche altri siti faranno la stessa fine?
Dalla slides qui sotto si evince , la dove ne fosse dichiarata l’autenticità , che nei prossimi 4 anni la chiusura dei 2 stabilimenti non è fantasia ,ma purtroppo pura realtà.




Parlando di affari è ovvio che un buon manager vada dove la produzione è più conveniente, ma in questo momento storico sembra che ci sia una grande aria di rivoluzione,ma nessuna voglia di far ripartire il sistema Italia. Se si paragona Mirafiori con la Serbia la partita è persa in partenza, ma se si pensa di prendere in giro le persone dicendo che si faranno i Suv a Torino per venderli in Usa, allora siamo alle barzellette.

Il Sistema Italia è in crisi, alta tassazione, poca flessibilità e impossibilità di licenziare chi non è produttivo, ( diceva un manager, l’errore più grande per la tua azienda è assumere la persona sbagliata….sei condannato a tenerlo!)

Pienamente d’accordo, ma allora rivediamo il pianeta lavoro in questo paese, luogo in cui politica, imprenditori e sindacati sono piccoli fantocci che giocano a Monopoli.

Si parla di flessibilità , e su questo sono d’accordo, lavorare su turni e con incrementi di domanda, migliorare i costi di produzione , abbassare le tasse di 10 % , detassare straordinari, rivedere i contratti di formazione e le tasse sugli investimenti ed energia. Allo stesso tempo però , se non ho il posto fisso bisogna fare come in Germania, Usa, Svezia, Olanda : stipendi più alti del 30 %, premi produzione stile Wolksvagen ( 5000 euro a operaio) , contratti di formazione e Gestione dell’integrazione in nuove società .

Dopodiché qualche ministro dovrà anche capire azienda per azienda quali sono i piani industriali, sapendo che siamo in recessione da 4 anni e tutto sembra difficile, ma mi chiedo perché i CEO di PSA, BMW, Renault, Toyota, Ford, GM non parlano mai? Loro fanno alleanze, producono nuovi modelli, motori ( ibrido) , business ( moto, citycar, scooter), in Italia invece si chiedono : referendum, promesse ( SUV a Mirafiori, Auto di lusso alla Pininfarina, Alfa C4 a Pomigliano, ecc ecc) ,ma poi la crisi , la maledetta crisi blocca tutto e sul mercato esce la Thema-300C.
Il sistema Italia o cambia o continua la sua agonia.

Tutti intorno ad un tavolo: togliamo l’art 18, il posto fisso, le linee su 3 turni e le tasse sugli investimenti e le pause pranzo di 10 minuti , dopo però voglio vedere un piano a 4 anni in ogni stabilimento, aumento degli stipendi, bilanci in ordine, con degli obblighi da parte degli imprenditori che se dopo il pronto soccorso Statale vanno produrre in Serbia o Romania ( vedi Omsa, Fiat, SKF, ecc) ,allora a quel punto la vita di quegli imprenditori diventerà difficile, molto difficile..

Diminuiscono i Mutui, ma aumentano gli Spread



Dal sito Mutui.it arriva l’ultima ricerca ed analisi del mercato immobiliare italiano che negli ultimi 3 mesi ha subito un’inflessione di richieste del 9%.

Qui sotto alcuni dati specifici di come sta cambiando la richiesta per accedere ai soldi prestati dalle banche per comprare la prima casa:

E' quanto emerge da una indagine condotta da Mutui.it che ha analizzato oltre 400.000 domande di mutuo per la prima casa. A novembre 2010, prima dell'esplosione della crisi economica, l'importo medio dei finanziamenti era pari a 160.000 euro, mentre oggi si attesta a 146.000 euro. I mutui si rimpiccioliscono, mentre l'eta' di chi vuole sottoscriverli si alza ancora: a riprova del disagio di un ampio segmento della societa' italiana, si arriva a chiedere un finanziamento a quasi 37 anni (era 36 nel 2010), un'eta' sempre piu' vicina agli "anta" e mai tanto lontana dall'ingresso nell'eta' adulta. Diminuisce, di ben 12 punti, il loan to value, vale a dire la percentuale del valore dell'immobile che si intende finanziare attraverso il mutuo: a fine 2010 le richieste puntavano a coprire il 75%, mentre oggi la richiesta media si ferma al 63%. A fronte di un valore medio dell'immobile che resta tutto sommato costante, come costante e' anche la durata del finanziamento, di circa 25 anni. La richiesta di mutui a tasso variabile ormai eguaglia quella di mutui a tasso fisso (42% Vs 43%), mentre solo un anno fa quest'ultima raccoglieva ben il l 47% delle domande (27% per il variabile puro). Il fenomeno si spiega considerando i tassi attuali particolarmente alti che, con gli aumenti degli spread imposti dalle banche, fanno preferire il ricorso al variabile. (www.mutui.it)
Cosa si può evincere dall’analisi? Sicuramente cha aumenta l’età dei richiedenti ed ormai siamo a 37 anni di media e che l’importo diminuisce , sicuramente la situazione è quella di un mercato immobiliare fermo con tempi di vendita medi di 7/8 mesi e con prezzi in flessione del 2% ed altri fattori che analizzeremo in questo post.

Partiamo dal presupposto che la casa per l’Italiano è il bene massimo ed per questo che non ci sarà un flessione stile Usa del -30% dei prezzi, ma è anche vero che i prezzi attuali per gli immobili considerati normali sono fuori dal comune per gli stipendi attuali.

Il passaggio euro /lira ha dato il via al raddoppio dei prezzi ed oggi vediamo immobili di 40 anni che costano 350.000 euro per 100 mq con riscaldamento centralizzato e classe energetica H. Non ha poi aiutato il decennio 2000-2010 periodo nel quale le banche regalavano mutui al 6% a persone che non avrebbero mai pagato , non parliamo dei subprime, ma sicuramente oggi gli istituti si trovano immobili confiscati e non vendibili con perdite a Bilancio.

Quale ‘è stata l’evoluzione del mercato?

• Tassi ai minimi storici (Euribor a 0,85) ma spread altissimi ( 3, 5-5 %)
• Tempi di vendità lunghissimi
• Cantieri nuovi che soffrono e ritardano le consegne di 2 anni
• Prezzi invariati
• Innovazione dell’edilizia assente ( Pannelli solari, riciclo, risc. Autonomo, teleriscaldamento , vetri tripli, ecc)
• Servono 20 anni di stipendio per comprare casa , negli anni 80 bastavano 15/17 anni

La situazione è pressoché inspiegabile, nessuno si fida di nessuno, le banche vogliono recuperare le perdite e chiudono il credito per non esporsi e si inventano polizze vita e sulle case obbligatorie da 3000 euro, i venditori sono convinti che i prezzi delle case sono ancora quelli di 5 anni fa, gli acquirenti perdono il 5 % di potere d’acquisto anno e non si avventurano in nuovi acquisti, lo Stato non incentiva l’edilizia popolare, ed alcuni costruttori hanno da vendere 300 o 400 immobili.

A tendere ci si aspetta tassi fermi ,ma spread sempre più alti, garanzie richieste elevate ( l’immobile in se per se non basta già oggi) a questo livello perciò serve una nuova idea di edilizia e di gestione del credito per i mutui.

Si deve partire dall’idea di costruire solo con elevati standard per migliorare la qualità delle case, delle città e le durate dell’investimento; le Banche si dividano in 2,investimenti e prodotti finanziari,per concedere e crediti a clienti o imprese, Lo Stato intervenga per aiutare a costruire e detassando gli affitti per dare sostegno chi affitta.

La questione mutuo in un paese con un tasso di disoccupazione del 11% e con lavori atipici almeno del 20 % della forza lavoro sta diventando una chimera per i giovani d’oggi è tutto ciò a causa degli errori del passato e della pura del futuro. Non è stato giusto regalare soldi a chi aveva problemi e rate da pagare 10 anni fa creando un’illusione che la il debito alla fine fosse un dettaglio, non è giusto oggi riconoscere tassi per depositi bancari al 1% e concedere mutui al 6 %.

Ad aggravare la situazione , oggi si sono messe anche le banche che per colpa di debiti sovrani e porcherie fatte negli ultimi 10 anni , non hanno un euro in cassa, devono essere ricapitalizzate, devono comprare Bot e CCt Italiani per non far collassare il paese e per questo motivo usano i soldi ricevuti dalla Bce tramite il TArp per questi fini. Il ruolo della banca è finito , imprese e cittadini avranno sempre maggiori problemi nel richiedere un mutuo, salvo che anche in questo campo non vi sia una rivoluzione che permetta l’accesso ai credito in maniera più strutturata.