Art.18 addio posto fisso, tranne per la Pubblica amministrazione.



Fornero ed i sindacati sono in procinto di chiudere la ormai famosa riforma del lavoro.
Flessibilità in entrata ed in uscita, assegni di disoccupazione ( 3 mld da trovare in non so quale tassa o aumento) ,ma c’è un piccolo particolare che sfugge, la riforma riguarda solo il privato.
La Pubblica amministrazione, le società para statali, gli enti, le regioni, le province, no quelle non si possono toccare ed a questo punto possono stare tranquilli.
Si però se lavori in PA non hai bisogno di scioperare, tanto nessuno ti licenzia, se sei un dirigente e non raggiungi gli obbiettivi, ci sarà sempre una scusa, se sei un azienda e perdi 1 mld anno , non preoccuparti un motivo ci sarà.
Poi scopri per esempio che Regioni come la Sicilia hanno dei dati interessanti :
Sommando il dato di tutti i dipendenti con il contratto dei regionali in Sicilia (58.498 unità) non trasmessi alla Ragioneria dello Stato, con tutti gli altri conteggiati (293.655) si hanno in totale 352.153 dipendenti pubblici in Sicilia, tra statali, regionali e degli enti locali. Uno ogni 14 abitanti, mentre in Lombardia sono uno ogni 23 e nella media Italia sono uno ogni 18 abitanti. La Sicilia detiene il primato negativo.
Se si vuole riformare il lavoro incominciamo a pensare a questo mondo in maniera più economica, premiando chi fa risultati, chi assume, chi migliora, chi investe e chi ha curriculum invidiabili.
Iniziamo a riformare e tagliare gli sprechi in Sanità , Regioni, Magistratura ( Archivi di carta, ore lavorative , errori di sentenze e analisi di esse) , dirigenti pubblici ( Alitalia, Sagat, GTT, Comuni, Direttori sanitari, ), professori universitari assenti e mal preparati, doppie cariche, 10.000 guardie forestali, direttori di Anagrafi ed Istituti di ricerca che non hanno neanche la Laurea.
Bisogna approfittare per cambiare il mondo del lavoro razionalizzando, aumentando gli stipendi e le risorse necessarie affinché se proprio ci deve essere flessibilità per lo meno ci sia un ritorno economico e la sicurezza che la concorrenza non è chiusa da favoritismi o lobby blindate.
Per un futuro maggiormente competitivo e pronto alle nuove sfide mondiali serve un Italia che si metta in gioco, che si inizi a parlare di premi e non solo licenziamenti; se un azienda è in crisi usi pure l CIG e la mobilità, ma se fa risultati paghi premi ai suoi dipendenti oppure offra servizi alternativi: asili, assicurazioni, sconti, corsi di formazione.
Flessibilità significa essere pronti a scommettere su stessi e sul paese, ma anche rimboccarsi le maniche tutti quanti Imprenditori, sindacati e lavoratori.

Nessun commento:

Posta un commento