Approvata la riforma dell’articolo 18 ci si chiede se da domani mattina gli imprenditori inizieranno a fare impresa, i giovani a lavorare e le banche e concedere prestiti e mutui.
Nessuna di queste azioni ci sarà per un semplice motivo perché non è cambiato nulla.
In Italia serve una rivoluzione mentale, una rivoluzione per cambiare la testa della gente che ormai non si indigna più se un consigliere regionale guadagna 12.000 euro se uno con la terza media è vice presidente di Fincantieri, se le perdite delle società pubbliche sono di milioni di euro e non ci sono investimenti in telecomunicazioni, autostrade, infrastrutture, e edilizia agevolata.
La vera riforma di lavoro, deve partire da alcuni punti fondamentali che diano spazio a idee e possibilità di investire e assumere per dar vita ad un nuovo ciclo di crescita e non di depressione come avviene da 20 anni a sta parte.
• Riduzione del peso fiscale per imprese e lavoratori. Senza soldi non si spende, senza spesa non si produce e senza fatturare non paghi le tasse. Un Pil a -1,5 % vuol dire 10 mld di entrate fiscali.
• Investimenti detassati
• Incentivi a famiglie e lavoratrici: asili, maternità, esenzioni fiscali per far si che le donne possano lavorare e allo stesso tempo si ringiovanisca la nazione altrimenti avremmo solo vecchi.
• Agevolazioni per la fusione di imprese per creare poli e integrazione di clienti e fornitori
• Abbattimento della spesa pubblica per usare le risorse in altri investimenti ed infrastrutture
• Incentivo per far entrare i privati nelle gare pubbliche
• Pagamento per legge a 30 giorni fine mese fattura come in Francia
• Riorganizzazione della sanità e dell’istruzione con entrata di privati per gestire servizi e logistica
• Legge anticorruzione
• Prigione per evasione fiscale
• Pubblicazione su Internet di bandi e avanzamento lavori
Nessuna di queste azioni ci sarà per un semplice motivo perché non è cambiato nulla.
In Italia serve una rivoluzione mentale, una rivoluzione per cambiare la testa della gente che ormai non si indigna più se un consigliere regionale guadagna 12.000 euro se uno con la terza media è vice presidente di Fincantieri, se le perdite delle società pubbliche sono di milioni di euro e non ci sono investimenti in telecomunicazioni, autostrade, infrastrutture, e edilizia agevolata.
La vera riforma di lavoro, deve partire da alcuni punti fondamentali che diano spazio a idee e possibilità di investire e assumere per dar vita ad un nuovo ciclo di crescita e non di depressione come avviene da 20 anni a sta parte.
• Riduzione del peso fiscale per imprese e lavoratori. Senza soldi non si spende, senza spesa non si produce e senza fatturare non paghi le tasse. Un Pil a -1,5 % vuol dire 10 mld di entrate fiscali.
• Investimenti detassati
• Incentivi a famiglie e lavoratrici: asili, maternità, esenzioni fiscali per far si che le donne possano lavorare e allo stesso tempo si ringiovanisca la nazione altrimenti avremmo solo vecchi.
• Agevolazioni per la fusione di imprese per creare poli e integrazione di clienti e fornitori
• Abbattimento della spesa pubblica per usare le risorse in altri investimenti ed infrastrutture
• Incentivo per far entrare i privati nelle gare pubbliche
• Pagamento per legge a 30 giorni fine mese fattura come in Francia
• Riorganizzazione della sanità e dell’istruzione con entrata di privati per gestire servizi e logistica
• Legge anticorruzione
• Prigione per evasione fiscale
• Pubblicazione su Internet di bandi e avanzamento lavori
O si decide di cambiare veramente o si decide di restare cosi a perdere il 2 % di Pil anno e vedere gente impreparata che governa Stato, società e aziende.
Forse nell’aria inizia a sentirsi odore di rivoluzione.
Forse la Gente inizia a svegliarsi.
Ancora un paio di mesi e poi ci si diverte il colpo di grazia saranno l’Iva al 23 % e la recessione al -2,5% non più sopportare per sempre.
L' ITALIA E COME UN CESSO PIENO DI MERDA BASTA SOLO
RispondiEliminaQUALCUNO CHE TIRI L ' ACQUA PER FARE PULIZIA