Allarme gettito: nei primi quattro mesi del 2012 le entrate sono cresciute, un miliardo e mezzo in più rispetto al primo quadrimestre 2011 (+1,3%). Ma non abbastanza: rispetto alle previsioni ufficiali del governo, quelle del Def, il Documento di economia e finanza di aprile, mancano all’appello 3,47 miliardi di euro, quasi tre miliardi e mezzo in un solo quadrimestre. A pesare sono soprattutto i minori incassi dell’Iva legati alla crisi economica.(www.lastampa.it)
Poca fantasia e tanta razionalità per descrivere questa ultima notizia arrivata ieri e che indica la grave situazione italiana. Non stiamo parlando delle elezioni in Grecia o dei problemi di Bankia in Spagna , di cui farò un post nei prossimi giorni, ma della recessione che dal 2008 ha distrutto il 75% di capitalizzazione in Borsa, il 20 % del Pil e il 10 % in più di tasse e rincari.
Il discorso è paragonabile ad un vortice che trascina verso il basso la nostra economia. Dopo 20 anni di disastri e gestione dell’economia e dell’industria, dell’amministrazione pubblica e della finanza italiana ( vedi in ultimo la gestione di Generali, MPS, Ina, Benetton, Parmalat), oggi paghiamo le conseguenze di una distruzione di valore di diversi miliardi.
Un paese in ginocchio con 1980 mld di debito , 70 mld anno di interessi e amministratori e politici incapaci tanto da affidarsi ad un governo tecnico che in 15 mesi avrebbe dovuto cambiare un paese. La missione impossibile nelle mani di Monti era chiara, serviva in primis mettere a posto i conti e cosi facilmente si è deciso di far pagare tutti i soliti noti con un + 10 % di tasse, Iva, benzina, autostrade, rendite, irpef, addizionali ecc ecc.
Questa furbesca mossa economica, a discapito della cittadinanza , ha messo in pratica quello che le teorie economiche chiamano depressione ossia un vortice di diminuzione di consumi , aumento delle tasse e della disoccupazione, taglio degli stipendi e degli investimenti, riduzione dei tassi e delle rendite, tutto il necessario per entrare in un decennio deflattivo.
Il Giappone per una situazione simile è entrato nel 1990 in questo circolo , non sembra ancora uscito.
Cosa ci aspetta adesso? Semplice se non entrano soldi , ne servono altri e quindi a Settembre arriverà l’iva al 23%. Ci vuole un professore o vi fidate di me per spiegarvi che cosa succederà? Il Pil è già sceso del 1,5 %, mi attendo un -2,5% per Dicembre e non perché sono pessimista, ma perché questa è la dura realtà. L’occupazione a questo punto è un miraggio, nessuno investe se ha dei crolli vendite del 10-20%, ( Marchionne ha posticipato ogni investimento al 2013/2014), quindi non è difficile aspettarsi un 12% di disoccupati.
La situazione attuale non può essere gestita in questa maniera e non basta una battaglia italiana, o per lo meno non basta,ma serve un intervento europeo e anti germanico. Si deve capire che se italiani e francesi non comprano , anche Germania e Olanda inizieranno a sentire dei cali produttivi, dato che le locomotive viaggiano solo se esistono i ponti ed i binari , altrimenti si fermano.
Noi italiani poi di lavoro ne abbiamo da fare. Monti & Co hanno ancora 7 mesi per capire che o iniziano le vere riforme e i tagli curati della spesa pubblica, per girare 20 o 30 mld in rilancio economico, energie alternative, scuola, ricerca, industria, e tagli di tasse, oppure fra un po’ il buco di entrate fiscali non sarà di 3, 4 mld ma di 10 dato che i consumi procapite stanno scendendo a dismisura e gli acquisti sono ponderati.
Noi Italiani iniziamo a percepire la crisi, ma non abbiamo ancora capito cosa vuol dire chiudere i rubinetti e ribellarsi contro quelli che hanno causato il problema. Dobbiamo iniziare a pensare , a mio giudizio, ad un nuovo modo di fare economia, e gestire lo Stato Italiano. Politici capaci di amministrare le risorse, cittadini onesti che non cercano la via d’uscita dell’evasione , dell’illegalità ed infine una nuovo modo di fare impresa, concentrandosi su prodotti di qualità , stipendi e premi aziendali per avere lavoratori soddisfatti ed infine imprenditori capaci di fare una econcomia/finanza etica. Ma su questo ci torneremo con calma.
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