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Recessione alle porte…Dall’Asia, via Europa fino agli USA
L’indice HSBC flash manufacturing purchasing managers' index (PMI), indicatore sull’attività industriale cinese, ha registrato un calo a 48 a novembre, i minimi dal marzo 2009. A ottobre la lettura finale era a 51. Si ricorda che numeri al di sotto dei 50 indicano contrazione.
Continua la discesa del Hong Kong Hang Seng Index che da inizio anno ha perso il 18 % e nell’ultimo mese ha già bruciato un 4 %.
L’indice HSBC come dall’articolo in alto denota valori sotto la media dei 50 punti che significa contrazione dei consumi e delle vendite in export che in Cina fanno da padrone per alimentare un Pil che 4 anni fa cresceva al 15 % anno e adesso si attesta un + 7%.
La Cina per molti sembra un paese lontano con problemi differenti dai nostri, alta liquidità , 1,1 mld di persone e un anzianità che nel 2020 sfiorerà il 50% della popolazione.
La Cina sembra lontana,ma è un buon termometro di quello che poi accadrà in EU e in Usa , perché i prodotti fabbricati in medio oriente servono nostro malgrado ai mercati europei e statunitensi.
Sotto la dichiarazione di uno strategista di Samsung Securities.
Quello che stiamo vedendo è uno stallo della crescita Usa", ha detto a Bloomberg Viktor Shvets, strategista per Samsung Securities Co. "L’eurozona è chiaramente impostata verso la recessione".
"Se c’era una cosa su cui potevamo sperare di fare riferimento in questi giorni scuri e incerti, era la continua crescita dell’economia cinese. Report come questi colpiscono duramente le speranze e il sentiment", ha detto al Wall Street Journal Chris Hunter, corporate dealer per Western Union Business ad Auckland.
Come vi abbiamo già annunciato in Europa sta iniziando una fase di recessione e l’Italia sarà una delle sue protagoniste, già vittima di una crescita vicina allo 0 , adesso viaggia spedita verso un -2/-3%, cifre da fare impallidire i migliori ottimisti.
Combattere una crisi di debito con una recessione è come andare a pesca di squali con il retino.
Il mondo capitalistico,come già spesso citato in passato ha basato sul debito la crescita pensando che fosse infinita, ma ad oggi si sta iniziando a capire che erano altre le ricette:
• Crescita sostenibile basata sullo sfruttamento di energie rinnovabili e non per forza legati al combustibile fossile
• Stipendi e salari più alti per indurre le persone a consumare e risparmiare
• Maggiori Beni durevoli di migliore manifattura e non usa e getta solo per alimentare il consumismo
• Diminuzione di finanza all’interno dell’industria a discapito di manufacturing ed innovazione
• Ritorno alla protezione di brevetti ed innovazione a favore della super produzione in Asia
• Miglioramento della qualità delle università
• Abbandono della ricerca forsennata di top manager , con MBA e super stipendi per fare lavori in cui serve esperienza sul campo : Manufacturing, design, gestione di linee produttive, logistica intermodale.
Senza queste soluzioni o altre di questo tipo, la recessione sarà un lungo tunnel con cui dovremo convicere per anni, o forse sarà lo stesso iniziato nel 2008, quando però tutti pensavano fosse la solita bolla prodotta dall’iper produzione, invece alcuni si erano già accorti che era una double deep causata da diversi fattori : eccessiva produzione, troppo debito, finanza distruttiva, crisi delle posizioni lavorative, politiche di tassi d’intesse folli e sfruttamento dei paesi non sviluppati.
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